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Il castagnaccio, mi chiedo, è un antipasto o un dolce? Un pane o una torta? In qualsiasi modo, è talmente buono, che merita ripetere la sua ricetta mille volte ancora.
E mi chiedo anche quante volte il castagnaccio sia stato l’elemento più importante di una tavola, soprattutto il più gustoso… Essendo il suo ingrediente principe la farina di castagne, è nato nelle zone appenniniche di Toscana, Liguria, Emilia e Piemonte, dove, appunto, abbondavano i castagni. Le sue origini sono remote e risalgono intorno al 1400-1500 come una preparazione molto semplice, con pochi ingredienti, che rappresentava la base dell’alimentazione quotidiana durante l’autunno e il lungo inverno. Il castagnaccio, dunque, è stato un piatto povero di origine contadina.
Difficile da capire nei tempi attuali in cui la farina di castagne ha raggiunto un prezzo sellettivo, di sicuro inconcepibile nel passato. Io l’ho ricevuta in dono da Raffaela, una carissima amica italiana che ha pensato a me con molto affetto, tanto da inviarmi uno scatolone con prodotti made in Italy dall’Italia all’Argentina, a casa mia… Cioè, molto, molto, molto affetto!
Per ritirare il pacco dall’ufficio doganale ho dovuto fare una coda lunga duecento metri per circa tre ore. Cosa? Esclamavano increduli i miei amici, visibilmente incapaci di riuscire a finire la pratica con successo. Cosa sono tre ore di attessa, rispondevo io, in confronto con il tempo prezioso impegnato da lei nel fare la spesa e nel sistemare il tutto (un sacchettino di farina di castagne, due di ceci, un sacchetto di campanelle di cioccolato, le ovette di pasta di mandorle della Sicilia, un sacchettino di colombelle della pastina dei ricciarelli di Siena, un pacchetto di riso al tartufo, una barretta di croccante di Verona e una barretta di cioccolato di Modica…), avvolto addirittura in un bel canovaccio fatto, anch’esso, da lei.
Credo che ci sia una buona rappresentanza del Made in Italy, ha scritto Raffaela nella stessa mail in cui m’informava dell’invio. Pervasa dal sentimento amabile, dall’allegria unica che mi lega all’Italia come da un filo di luce, di speranza, di fede, ho consentito: Certo, è una buona rappresentanza del made in Italy, sebbene io creda che sia tu, mia cara amica, il dono più rappresentativo dell’intero pacco. La tua imagine anacronistica, inviando un pacchetto di ingredienti nobili in questa era moderna di acquisti virtuali, rispettando il modello di una volta, inscatolando affetto…
Carissima Raffa, grazie di cuore!
PS: grazie anche alla carissima Noemi, per la tenera ceramica di Como, e al mio grande amico Néstor e professore d’Italiano: grazie, grazie, grazie mille per la correzione di questo testo e per l’immenso appoggio che mi hai dato dall’inizio del mio blog!!
Castagnaccio
L’aggiunta del miele apporta umidità e gli conferisce il suo sapore caratteristico, aumentando le possibilità di abbinarlo con una bella ricotta (preferibilmente di capra) o con qualche altro formaggio fresco di vostra preferenza.
Le uvette le ho trovate rosse, carine, vero?
Raffaela, spero di essere riuscita a corrispondere –a modo mio– alla tua splendida generosità!
Ingredienti: (per uno stampo da crostata di 18 cm di diametro)
farina di castagne 200 g
acqua fredda 250 cc
miele 1 cucchiaio
uvetta 80 g
pinoli 60 g
noci sgusciate e tritate 60 g
rosmarino 1 rametto
scorza di arancia grattugiata q.b.
olio extravergine d’oliva 1 cucchiaio + q.b per guarnire
un pizzico di sale
Preparazione:
Preriscaldare il forno a temperatura media. Mettere in ammollo l’uvetta in acqua tiepida per qualche minuto (fino a farla rinvenire), scolare, asciugare e infarinare leggermente. Tenere da parte una manciata di uvetta, pinoli e noci per guarnire.
Setacciare la farina di castagne insieme al sale.
Aggiungere l’acqua, un po’ alla volta, mescolando con una forchetta o una frusta per eliminare tutti i grumi che eventualmente si possano formare. L’impasto deve essere piuttosto liquido.
Incorporare l’olio e il miele, mescolando bene. Per ultimo unire l’uvetta, i pinoli e le noci. Amalgamare la preparazione con un cucchiaio di legno.
Versare nello stampo precedentemente unto con dell’olio extravergine d’oliva. Decorare la superficie con i rimanenti pinoli, le noci, gli aghi di rosmarino, la scorza d’arancia ed un filo d’olio.
Infornare per circa 30-35 minuti, a seconda dello spessore del castagnaccio, finché la superficie diventi leggermente screpolata e si formi una specie di crosticina.
Servire tiepido o freddo, da solo o con un cucchiaio di ricotta o una porzione del vostro formaggio fresco preferito.
Marisa Bergamasco
(Affezionata alla scrittura, alla buona cucina, al mangiare bene e ai buoni e grandi affetti, agente di viaggi di professione, sognatrice di vocazione, per sempre…)